Antonio Canova
Possagno
Arte positiva
Possagno è una pittoresca cittadina situata nelle vicinanze di Asolo, a soli 8 km di distanza. È famosa per essere la città natale del rinomato scultore Antonio Canova, il quale progettò e realizzò la cattedrale che oggi funge da Duomo di Possagno. Una tappa imperdibile per i visitatori è il Museo Gipsoteca, costruito nel 1836, il quale ospita quasi tutti i modelli originali delle sculture create dall’artista. Inoltre, nelle vicinanze si trova la tomba di Carlo Scarpa, l’architetto noto per la sua opera alla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Da non dimenticare che Possagno si trova ai piedi del Monte Grappa, una maestosa catena montuosa che si estende nella regione del Veneto.
ll Modello in gesso a grandezza reale è un’importante tecnica utilizzata nel processo di creazione di sculture e modelli architettonici. Questo metodo prevede la solidificazione del gesso all’interno di una forma, che una volta aperta, consente di procedere con la levigatura del modello al fine di eliminare eventuali sbavature e perfezionarne la forma. È interessante notare che da una singola forma possono essere ricavati diversi esemplari, consentendo ai maestri artigiani di replicare con precisione i propri modelli. Questa pratica richiede abilità artigianali e un occhio attento per i dettagli, in quanto ogni fase del processo richiede precisione e cura.
Antonio Canova è uno dei protagonisti più significativi del Neoclassicismo, un movimento che sottolinea l’importanza della rinascita della classicità nell’arte contemporanea. La sua formazione artistica si sviluppa all’interno di un contesto culturale che valorizza la conoscenza dell’antico come fondamento per l’evoluzione dell’arte moderna. Questo approccio pone un’enfasi speciale sul nudo, mirando a creare opere che esprimano la perfezione e l’armonia delle forme, incarnando così l’idea del “bello assoluto”. Emerge chiaramente la volontà di riscoprire l’essenza dell’arte classica e di riconsegnarla al presente, conferendo nuova vita e significato alle forme e ai concetti artistici intramontabili.
Amore e Psiche
Antonio Canova scolpì nel marmo la favola di Amore e Psiche. Psiche era una fanciulla incredibilmente seducente, e scatenò le gelosie della dea Venere che, invidiosa della bellezza di quella che alla fine era solo una mortale, decise di vendicarsi con l’aiuto del figlio Amore, il quale avrebbe dovuto farla innamorare di un uomo rozzo che non la ricambiasse.
Tuttavia, appena Amore prese visione della bellezza celestiale di Psiche, se ne invaghì perdutamente, e decise con l’aiuto di Zefiro di trasportarla nel proprio palazzo. Lì Psiche trascorse con Amore notti infuocate dall’amore e dalla passione, senza tuttavia poter guardare il volto dell’amante: Amore, infatti, non rivelò mai la propria identità, per evitare la furibonda ira della madre Venere. Con tutto ciò, eccitata dalle sorelle, Psiche venne meno al patto e vide il volto dell’uomo che le travolgeva i sensi: in seguito a ciò Amore, preso dall’indignazione, si allontanò da Psiche, che fu gettata nello sconforto più totale.
Pur di potersi ricongiungere con il divino consorte, Psiche si dichiarò disposta ad affrontare una serie di prove per ottenere l’immortalità, superandole brillantemente, malgrado la loro atroce difficoltà. D’altronde, erano state organizzate da Venere che, presa dall’ira, decise di sottoporre la fanciulla alla prova più difficile: discendere negli Inferi e chiedere alla dea Proserpina di concederle un po’ della sua bellezza.
Fu così che Psiche ricevette da Proserpina un’ampolla e, presa dalla curiosità, la aprì e, con suo grande sconcerto, scoprì che il vaso non conteneva bellezza, bensì un sonno infernale che la fece addormentare profondamente. Amore, una volta venuto a conoscenza del tragico destino dell’amante, si recherà presso Psiche e la risveglierà con un bacio: è proprio questo l’attimo che Canova ha voluto eternare nel marmo.
Le tre grazie
Conosciute anche come “Le Tre Muse” o “Carità, Grazia e Bellezza”, sono due delle opere più celebrate di Antonio Canova, uno dei più grandi scultori neoclassici. Queste sculture raffigurano tre dee della mitologia greca: Aglaia (la bellezza luminosa), Eufrosine (la gioia) e Talia (la prosperità) – membri della seconda generazione di dee dell’Olimpo.
Realizzate tra il 1812 e il 1817, le sculture sono un esempio straordinario della maestria artistica di Antonio Canova, con ogni figura che incarna un’eleganza e una grazia senza tempo. Le opere sono diventate un simbolo di estetica classica e ideali di bellezza, esposte in diverse gallerie e musei in tutto il mondo.
La loro delicatezza e l’armonia dei loro movimenti ne fanno un esempio superbo dello stile neoclassico, e la loro influenza si estende ben oltre il loro periodo di creazione. La bellezza intramontabile delle Tre Grazie continua a ispirare ammirazione e meraviglia nei cuori di coloro che hanno la fortuna di contemplarle
La scultura “Teseo e il centauro” è un’opera iconica dello scultore neoclassico italiano Antonio Canova. Realizzata in pregiato marmo, rappresenta il momento epico in cui Teseo è pronto a sconfiggere il centauro, il quale è inginocchiato e si prepara a ricevere il colpo mortale. Quest’opera cattura l’essenza del mito greco con straordinaria maestria, incarnando la lotta tra l’eroe umano e la creatura mostruosa. La tensione e la forza espressiva dei personaggi conferiscono un’aura di drammaticità e potenza alla scultura, rendendola un capolavoro senza tempo che continua a ispirare e affascinare i suoi spettatori. Antonio Canova https://www.museocanova.it/